Casa Parker, Forest Hills
Peter Parker è abituato a ridursi all’ultimo minuto
ogni mattina, dopo aver passato una vita a pattugliare la città tutta la notte.
Pensava di poter sfruttare una serata per rimettersi a pari con la tonnellata
di lavoro a cui avrebbe dovuto dedicarsi durante la settimana; invece non solo
ha completato a malapena un decimo di quanto voleva fare, ma è già in ritardo.
-Sonoinritardoscusatiamociao! – dice tutto d’un
fiato alla moglie Mary Jane, usando l’agilità proporzionale di un ragno per
darle un bacio sulla guancia mentre si infila i pantaloni.
-Ricordati che stasera dobbiamo andare da Sha-Shan!
E guarda che hai il costume al contrario – gli fa notare lei; infatti il
costume da Uomo Ragno, visibile perché Peter non ha ancora indossato la
camicia, mostra sul petto il ragno che è normalmente sulla schiena.
-Vorrà dire che se qualcuno mi vede penserà che sono
il Ragno Uomo. Mayday, un saluto a papà? – dice alla piccola May Parker,
intenta a guardare i cartoni animati... e l’arrampicamuri fa una smorfia di
disappunto quando si rende conto che è un cartone dei Fantastici Quattro.
-Non adesso, papà! C’è la Torcia Umana! – May
esclama, puntando il dito allo schermo dove l’eroe fiammeggiante sta
combattendo da solo un mostro fatto di fumo.
-Non c’è un cartone dell’Uomo Ragno? O meglio
ancora, uno dei giochi educativi che ti ho scaricato? – chiede Peter,
recuperando il tablet di famiglia.
Non appena sblocca lo schermo, il browser si apre
sulla pagina iniziale che Peter ha impostato: il sito web del Daily Bugle. E
sul suo titolo principale:
POLIZIOTTI UCCISI CON LA
RAGNATELA: L’UOMO RAGNO SOSPETTATO #1
Marvel
IT presenta
#105 – Curiosità
In un appartamento nel Bronx
Flash Thompson non
è certo il tipo da leggere il giornale di prima mattina; in effetti, se alcuni
dei suoi migliori amici non fossero giornalisti del Daily Bugle non lo
leggerebbe mai. Quando la radio che sta ascoltando durante i suoi esercizi
fisioterapici mattutini interrompe i programmi per il radiogiornale, è tentato
di cambiare semplicemente canale quando sente la notizia.
-CHE COSA!? Ma
stiamo scherzando!? – urla dopo aver sentito il servizio, precipitandosi poi
nella stanza della sorella.
-Hey! Ma non si
bussa più!? – protesta Jesse Thompson, intenta a truccarsi.
-Ho bisogno del
computer. E’ una faccenda... non sei troppo elegante per andare al lavoro così?
-Non che siano
affari tuoi, ma oggi non sono al lavoro. Ho un appuntamento col mio ragazzo.
-Hai un ragazzo!?
Com’è che non ne ho ancora sentito parlare?
-Di nuovo, Flash,
non sono affari tuoi.
-E lui non deve
andare al lavoro? Perché ce l’ha un lavoro, vero?
-Non avevi bisogno
del computer? Cos’è che ti ha sconvolto tanto, poi?
-Hanno accusato
l’Uomo Ragno di omicidio! Devo leggere il Daily Bugle – risponde Flash,
fiondandosi alla scrivania per sedersi davanti al computer della sorella.
-Non puoi
comprarti il giornale?
-Cosa sono, gli
anni sessanta? Dai, lasciami leggere.
-Ecco una frase
che non avrei mai immaginato sentir pronunciare da mio fratello. Beh io vado,
cerca di non perdere l’appuntamento con la tua fisioterapista, okay?
-Sì sì, va bene.
Roba da non credere! Chi si beve idiozie del genere!? – Flash commenta,
completamente immerso nel servizio.
Il Daily Bugle
Betty Brandt si
incammina a passo spedito verso l’ufficio di Robbie Robertson, ed è chiaro a
tutti che è su tutte le furie. Non bussa neanche prima di spalancare la porta,
e nell’ufficio assieme al direttore trova un uomo sulla sessantina che conosce
solo superficialmente, Nick Dillman. [1]
-Robbie! Si può
sapere cosa significa? – Betty chiede mostrandogli la prima pagina.
-Se hai letto l’articolo
dovresti saperlo. – risponde Robbie.
-Certo che l’ho
letto! Quello che voglio sapere è perché non l’ho saputo prima.
-Non sei l’unica
giornalista di questo giornale, Betty. Dillman mi ha portato un servizio e l’ho
pubblicato, tutto qui. Tu stai già lavorando sul processo ai collaboratori del
Coordinatore.
-E sta facendo un
ottimo lavoro, miss Brandt. Quando ha cominciato a lavorare come segretaria di
Jameson non immaginavo che avrebbe portato a casa scoop simili. – commenta
Dillman.
-Stavo anche lavorando
sull’aumento dei criminali fermati dall’Uomo Ragno ad Harlem; i due poliziotti
uccisi erano di pattuglia lì, potrebbe esserci un collegamento!
-Ti dispiace
lasciarci soli un momento, Dillman? Per favore, chiudi la porta. – dice Robbie.
-Certo, nessun
problema. – risponde Dillman, uscendo dall’ufficio e chiudendo la porta dietro
di sé. Betty incrocia le braccia e chiede con tono accusatorio:
-Hai dato la
storia a Dillman e non a me?
-Ha avuto una
soffiata e ci è saltato sopra. E’ un veterano, non metto in discussione le sue
fonti.
-Non ce l’ho con
lui, Robbie. Ma avresti dovuto aggiornarmi; avrei potuto avere dei dettagli da
condividere, visto che sto seguendo la faccenda di Harlem.
-Passala a
Dillman. Voglio che ti concentri sul processo.
-Posso sapere
perché? Forse non ti fidi di me?
-Betty, lo sai che
ho la massima fiducia in te. Ma stiamo parlando dell’Uomo Ragno, e sai qual è
la reputazione del Bugle quando si parla di lui. Pubblicare un articolo in cui
lo si accusa di omicidio, e di due poliziotti per di più? Le accuse di esserci
inventati la notizia si scrivono da sole.
-Motivo in più per
cui a seguire la notizia dovrebbe essere qualcuno che conosce bene l’Uomo
Ragno, non trovi?
-Sei troppo
coinvolta emotivamente, Betty. L’Uomo Ragno ti ha salvato la vita diverse
volte.
-Anche la tua, se
è per questo. Come quella di mezza New York!
-Betty, la mia
decisione resta. Non voglio che tu scriva dell’Uomo Ragno per un po’.
-Non è giusto!
Urich scrive di Devil a giorni alterni, perché lui non... ah, ho capito. E’
un’idea di Jonah, non è così? Lui è sicuramente convinto che l’Uomo Ragno sia
un assassino!
-Betty, noi
dobbiamo solo riportare i fatti. Non possiamo rifiutarci di pubblicare la
notizia solo perché abbiamo un debito verso l’Uomo Ragno, e scagionarlo non è
il compito di chi segue ufficialmente la notizia.
-Quindi dovrei
semplicemente... aspetta, “ufficialmente”? Mi stai dicendo che posso seguirla non
ufficialmente?
-Ti sto dicendo
che è ufficialmente un servizio di Dillman. Se poi qualcun altro venisse
casualmente a conoscenza di fatti che possono scagionare l’Uomo Ragno, sarei
costretto a pubblicarli comunque, ma è un servizio di Dillman. Sono stato
chiaro?
-Lampante, Robbie
– risponde Betty con un sorriso, proprio quando la porta viene spalancata dalla
voce imperiosa di un uomo con in bocca un sigaro:
-ROBBIE! Che
accidenti di titolo hai approvato!? “Sospettato #1” un accidenti,
l’arrampicamuri è l’UNICO sospettato!!! – sbraita J. Jonah Jameson.
-Vi lascio soli. –
si sbriga ad andarsene Betty Brandt.
Empire State
University
Peter Parker non
riesce minimamente a concentrarsi sul lavoro oggi. Per tutta la mattina ha
controllato ripetutamente il cellulare, sperando che qualcuno rispondesse ai
suoi messaggi. Ora ha approfittato della pausa caffè dei suoi collaboratori per
salire sul tetto dell’università.
-Pronto, Ben? [2] Hai un minuto? –
chiede al telefono.
-Veramente no,
ma visto che mi hai mandato venti messaggi immagino sia importante. –
risponde il suo clone dall’altra parte della linea.
-Qualcuno ha
ucciso due poliziotti usando la mia ragnatela. Per caso qualcuno ti ha rubato
delle cartucce o un paio di lanciaragnatele, di recente?
-Credo proprio
di no. Non ho ancora avuto modo di costruirmi dei lanciaragnatele di scorta e
sono sempre a secco di fluido, ultimamente. Ma sei sicuro che sia la stessa
tela? Un mucchio di gente ha provato a duplicarla, lo sai.
-Non ho avuto modo
di testarla, ma pare si sia dissolta in un’ora. E’ una delle caratteristiche
più difficili da replicare, quindi credo che qualcuno abbia usato proprio il
mio fluido.
-Brutta storia,
ma non saprei proprio come aiutarti. Perché non…
-Scusa, ho
un’altra chiamata. Ti faccio sapere se ci sono novità. Pronto, Betty? A cosa
devo l’onore? – chiede Peter, riconoscendo il numero da cui riceve la chiamata.
-Mi serve una
consulenza scientifica. Pensi che qualcuno sia capace di duplicare la ragnatela
dell’Uomo Ragno?
-Immagino abbia a
che fare con la prima pagina del Bugle.
-Ci puoi
giurare.
-Non so un granché
della ragnatela, ma se è un composto chimico è solo questione di tempo prima
che qualcuno trovi il modo di sintetizzarlo. Qualche sospetto?
-Potrebbe
essere quel vigilante, il Ragno Nero. Oppure qualcuno che vuole incastrare il
Ragno.
-Hai controllato
che JJJ abbia un alibi?
-Peter, è una
questione seria. Continuerò ad indagare sulle attività dell’Uomo Ragno ad
Harlem, non può essere una coincidenza che l’omicidio sia avvenuto qui.
-Cosa te lo fa
dire?
-C’è stata
un’escalation di criminali fermati dall’Uomo Ragno ad Harlem, nelle ultime
settimane.
-Non può essere, è
da almeno un mese che non... voglio dire, l’Uomo Ragno non è particolarmente
attivo ad Harlem, giusto?
-Adesso lo è.
Sembra che la tela di questo impostore si sciolga in un’ora, come quella
dell’originale, quindi non c’è stato il tempo di eseguire dei test. Qualche
idea su come si possa verificare se è la ragnatela vera?
-Betty, non sono troppo
sicuro che tu debba rischiare personalmente per... aspetta, ho un’altra
chiamata, com’è che si svegliano tutti adesso? Ti richiamo. Pronto, Kaine? –
chiede Peter, riconoscendo il numero. Tecnicamente il contatto sul cellulare è
registrato come Abel Fitzpatrick, ma lui lo conosce meglio come il Ragno Nero o
come Kaine, il suo clone con decisamente meno restrizioni morali.
-Non
esattamente. – risponde una voce femminile che Peter conosce fin troppo
bene.
-Felicia? [3] E’ successo
qualcosa a Kaine?
-Questo è il
suo vecchio numero.
-Da quando?
-Da quando gli
ho rubato il cellulare.
-Perché gliel’hai
rubato?
-Diciamo che è
un risarcimento. Non ti ha chiesto lui di chiamarmi, spero, perché sarebbe
veramente una cosa patetica usare te per farci rimettere assieme.
-Aspetta, tu e
Kaine vi siete lasciati?
-Ed io che
credevo che il più grande detective del mondo fosse qualcun altro.
-Non è importante.
Ascolta, ho bisogno di sapere una cosa: qualcuno ha rubato a Kaine il fluido
per ragnatele o i lanciaragnatele?
-Non che io
sappia. Perché sei così preoccupata?
-Non leggi i
giornali?
-Mi hai preso
per una sessantenne? In TV non hanno detto niente. So che Kaine è fuori città
in questo periodo, ma se sei così preoccupato possiamo controllare se a casa
sua manca qualcosa.
-Giusto, ti avrà
lasciato le chiavi di casa.
-No, ma
possiamo entrare dalla finestra. La lascia sempre aperta, proprio come te.
-Posso pensarci da
solo, grazie. Non c’è bisogno che tu venga a rovistare nella casa del tuo ex.
-Scherzi, non
me lo perderei per niente al mondo. Facciamo stasera?
-D’accordo,
troviamoci alle... aspetta, no, stasera non posso, ho un appuntamento.
-Problemi con
la mogliettina?
-Non fare la
spiritosa, mi vedo con una vecchia amica dell’università.
-Senti senti,
la cosa si fa interessante. Ascolta, Kaine si è trasferito, ti mando un
messaggio con il suo nuovo indirizzo okay? Ci vediamo lì, diciamo alle dieci.
-A più tardi,
allora. – Peter conclude, modificando il nome del contatto da “Abel” a
“Felicia” un attimo prima che il suo Senso di Ragno scatti. A solleticarlo è
stato un rettile dalle dimensioni e proporzioni umane che è appena salito sul
tetto. Chiunque altro sarebbe spaventato, se non fosse per due fattori: primo,
come Uomo Ragno ha visto ben di peggio.
Secondo, Peter
conosce la donna-rettile in camice da laboratorio.
-Dottor Parker,
cosa ci fa sul tetto? – chiede Komodo.
-Prendo una
boccata d’aria. Tu piuttosto, Melati, pensi sia una buona idea trasformarti
così alla luce del sole? – Peter chiede alla sua assistente Melati Kusuma.
-Avevo bisogno di
fare due passi, e non è una cosa facile su una sedia a rotelle. Qualcosa la
turba, non è così?
-Non leggi i
giornali?
-Mica sono gli anni
sessanta; su Internet non ho visto niente. A parte che il mondo sta andando a
rotoli, ma non più del solito.
-Non è niente di
importante, davvero. – Peter risponde, quando il cellulare vibra per indicare
l’arrivo di un messaggio. Komodo si avvicina per sbirciare; Peter potrebbe
facilmente sgusciare via, ma è troppo abituato ad avere tempi di reazione umana
in presenza di chi non conosce la sua identità segreta e se ne rende conto
troppo tardi per evitare che lei legga il messaggio.
-Hmm, ma guarda un
po’. Chi sarebbe questa Felicia?
-Un’amica, e non
sta bene sbirciare i messaggi degli altri.
-Un’amica che le
scrive un indirizzo, un orario e l’emoji di un gattino? Ed io che la credevo un
tipo tutto casa e laboratorio, Dottor Parker!
-Non farti strane
idee. E dovresti tornare in forma umana, cosa succederebbe se qualcuno
scoprisse il tuo segreto?
-Una domanda che
dovrebbe farsi anche lei, Dottor Parker. – risponde Komodo, allontanandosi il
più silenziosamente possibile.
Quella sera, ad
Harlem
L’edificio è
fatiscente e non esattamente raccomandabile. Uscendo dall’ascensore Peter
Parker prova un incessante senso di dejà vu, e non solo perché ha vissuto in
posti simili quando non aveva il becco di un quattrino.
-Dovremmo
decisamente trovare un posto migliore per Sha-Shan. – dice Mary Jane,
guardandosi attorno; se non stesse stringendo il braccio di un super-eroe si
preoccuperebbe di essere assalita da un momento all’altro.
-Sì, è davvero un
brutto quartiere. Non posso essere appollaiato fuori dalla finestra tutte le
notti.
-In che senso? –
chiede MJ, sollevando un sopracciglio.
-L’ultima volta
che ho pedinato Sha-Shan mi sono precipitato a fermare dei poco di buono che
stavano proprio nel vicolo qui di sotto.
-Lo sai, ci sono
mogli che non vedrebbero troppo di buon occhio venire a sapere che il marito se
ne va in giro di notte a spiare le vecchie amiche dell’università, e che gliela
farebbero pagare cara.
-Meno male allora
che ho sposato... – inizia a rispondere Peter, fermandosi a metà frase.
-Senso di Ragno? –
chiede Mary Jane, conoscendo bene l’espressione sul suo volto.
-Salutami
Sha-Shan. Arrivo subito, dille che sto parcheggiando. – risponde Peter,
allontanandosi per correre verso le scale!
-Non abbiamo
neanche una macchina! – gli risponde MJ, scuotendo la testa prima di bussare
alla porta dell’appartamento di Sha-Shan.
-Dopo tutto questo
tempo chiunque altro avrebbe imparato a inventarsi scuse migliori. – sospira,
quando la porta si apre.
Sul tetto del
palazzo accanto
La Gatta Nera sta
spiando l’appartamento di Sha-Shan con un binocolo tascabile, osservandola
accogliere in casa Mary Jane.
-Non potevi
resistere, vero? – le chiede una voce alle sue spalle. Lei reagisce d’istinto,
cercando di graffiare lo sconosciuto con gli affilati artigli dei suoi guanti;
l’Uomo Ragno la evita senza neanche farci troppo caso.
-Mi hai fatto
prendere un colpo! Dovrei essere io quella che si muove di soppiatto, non
rubarmi la piazza!
-Ti avevo detto
che ci saremmo visti a casa di Kaine. Si può sapere cosa ci fai qui?
-Secondo te? Sto
tenendo d’occhio la tua amichetta.
-Sha-Shan sa
badare a se stessa, e non credo che apprezzerebbe l’intrusione nella sua
privacy.
-Ci credo bene. Ho
fatto qualche ricerca su di lei...
-Tu? Sul serio? Non
sembra il tuo genere di cose.
-Adesso lavoro
come investigatrice privata, se te lo sei dimenticato. Ed anche quando ero una
ladra professionista, la migliore nel settore aggiungerei, non portavo mai a
segno un colpo senza aver studiato la vittima nei minimi dettagli.
-Quindi qualcuno
ti sta pagando per indagare su Sha-Shan?
-Non esattamente.
Mi sono imbattuta su di lei indagando sul ritorno di Flash.
-Adesso cosa
c’entra... Felicia. Non dirmi che stai indagando su Sha-Shan perché è l’ex
ragazza di Flash. Non state assieme da anni!
-Diciamo che
quando stavo con Flash ho fatto un po’ di indagini sulle sue ex.
-Non è da te,
Felicia. Non indagavi sulle mie ex quando noi due stavamo assieme!
-...
-Perché non lo
facevi, vero?
-All’epoca non mi
interessava chi eri sotto la maschera, ma Flash... con lui era diverso. E
quando lui torna dalla morte, la sua ex rispunta fuori dal nulla? Non potevo
ignorarlo, lo sai cosa si dice sui gatti e sulla curiosità.
-Sì, che di solito
finisce male. Se sei preoccupata che questo non sia il vero Flash, puoi
metterti il cuore in pace: è veramente lui. E Sha-Shan non c’entra niente con
il suo ritorno.
-Oh, a quello ci
ero già arrivata. Ma lei nasconde qualcosa: da dove arrivano i fondi per il suo
studio di fisioterapia? Quando è tornata dal Vietnam non aveva il becco di un
quattrino. Guarda in che razza di topaia vive!
-E’ un po’ strano,
è vero, ma non c’è bisogno di indagini per scoprirlo. Basterebbe parlarle come
farebbe una persona normale, invece di spiarla dalla finestra!
-Senti chi parla!
Quindi è un caso che l’Uomo Ragno abbia catturato così tanti criminali nel
quartiere in così poco tempo?
-Te l’ho detto,
non sono stato io, ma qualcuno che usava la mia ragnatela. Ed indagheremo su quella
faccenda dopo che avrò parlato con Sha-Shan, ma nel frattempo voglio che tu la
smetta di seguirla, sono stato chiaro?
-Lampante. –
risponde lei stizzita, agganciando il binocolo alla cintura del costume e
saltando giù dal tetto, atterrando con grazia dopo aver eseguito una serie di
acrobazie sulla scala antincendio.
Mentre l’Uomo
Ragno torna al palazzo di Sha-Shan per rimettersi gli abiti civili, Felicia
Hardy si incammina verso la motocicletta che ha parcheggiato dall’altro lato
della strada... dove c’è una donna ad aspettarla.
-Non sembra il tipo
da comprarsi una moto, miss Hardy. – le dice Betty Brandt.
-E chi ha detto
che l’abbia comprata?
-La posa da
ragazza cattiva con me non funziona, Gatta Nera. Vorrei sapere perché stavi
parlando con l’Uomo Ragno... non avrà mica a che fare con una certa Sha-Shan
Nguyen che vive qui?
-Ah, così non sono
l’unica a tenere d’occhio le vecchie fiamme di Flash. Pensavo che fossi
impegnata a screditare il Ragno per il tuo capo con pessimo gusto in fatto di
sigari.
-Veramente ero qui
per chiedere a Sha-Shan informazioni sui criminali fermati dall’Uomo Ragno in
questa zona... e per esperienza, quando le cose si fanno complicate la pista
migliore è sempre seguire una conoscenza di Peter Parker. Ma non indagheresti
mai su Sha-Shan se non ci fosse sotto qualcosa di grosso.
-Può darsi. Senti,
Brandt, se vuoi parlare con il Ragno e sentire la sua versione dei fatti,
abbiamo un appuntamento tra un paio d’ore. – dice la Gatta Nera, salendo sulla
moto e facendo cenno a Betty di salire in sella dietro di lei. Betty accetta di
malgrado: non ha un’altissima opinione della Gatta Nera, ma sa che l’Uomo Ragno
si fida di lei... per qualche ragione.
-E va bene. Hai un
casco? – chiede Betty, salendo sulla moto. Prima che possa stringersi a
Felicia, quest’ultima accende il motore.
-Si vede che non
mi conosci proprio. – risponde la Gatta Nera, partendo a tutta velocità senza
preoccuparsi minimamente della propria sicurezza o della giornalista aggrappata
a lei che urla per la sorpresa.
Tempo dopo, un
appartamento di Manhattan
Nessuno nota la
lucertola umanoide che si intrufola dalla finestra; non solo perché è tarda
notte, ma anche perché non sarebbe del tutto senza precedenti a New York.
“Chi lascia la
finestra aperta di notte?” si chiede Komodo, che dopo essersi accertata di essere
sola accende la luce. La finestra non è semplicemente aperta: è stata bloccata
per non essere mai chiusa.
Riprende il
cellulare per verificare l’appunto: è proprio l’indirizzo che il dottor Parker
ha ricevuto per SMS. L’orario non corrisponde, ma è voluto: Komodo voleva
essere qui in anticipo.
C’è qualcosa che
non le torna, anche se non riesce a definirlo per bene. E’ chiaro che questo
appartamento non viene usato da giorni: non c’è nemmeno un cambio di vestiti ed
il frigorifero è vuoto. Passa quello che le sembra un’eternità a passare in
rassegna ogni singolo cassetto, senza trovare nulla... fino a quando non le
viene un’intuizione, e solleva il frigorifero con una mano sola.
E ci trova
qualcosa di inaspettato: una piccola cartuccia metallica, più piccola di un
accendino. Identica a quella che ha trovato addosso al dottor Parker. [4]
I
pezzi del puzzle cominciano a combaciare: questo è un rifugio segreto, ed
appartiene a qualcuno che utilizza quelle strane cartucce e che si è dato
appuntamento con Peter Parker.
Quando
la porta dell’appartamento si apre, Komodo ha la tentazione di scappare dalla
finestra... ma se è qualcuno che sta entrando dalla porta non può essere l’Uomo
Ragno.
Ed
infatti ad entrare sono due donne, una delle quali indossa un costume di pelle
nera.
-Cosa
diavolo... e tu chi saresti!? – le chiede la Gatta Nera, pronta a combattere.
Betty
Brandt non si scompone più di tanto alla vista di una donna-rettile, preferendo
invece estrarre lo smartphone per farle una foto.
-Tu
sei la Gatta Nera, vero? Quindi hai dato tu l’appuntamento a Parker! – dice
Komodo.
-Peter
Parker? Cosa c’entra lui adesso? – chiede Betty.
-Lascia
fare a me, Betty. Questa specie di Lizard da due soldi potrebbe essere
pericolosa.
-Lo
sono, ma non voglio farvi del male: sto facendo delle indagini. Questo
appartamento appartiene all’Uomo Ragno, non è così? So che stavate assieme. E
adesso ho anche la conferma che è Parker a procurargli la ragnatela.
-Tu non sai un bel
niente, compreso in quali guai ti sei appena cacciata! – dice la Gatta Nera
scagliandosi contro Komodo ad artigli sguainati.
Per quanto
l’avventuriera sia una lottatrice esperta, è pur sempre una donna normale. I
riflessi di Komodo le permettono di schivarla, e basta un solo colpo della sua
coda per sbattere Felicia Hardy con forza contro il muro.
-Gatta Nera! –
esclama Betty, quando Komodo la solleva da terra avvolgendo la propria coda
attorno alla sua vita.
-E tu chi saresti?
Un’altra eroina? – le chiede Komodo.
-Betty Brandt.
Lavoro per il Daily Bugle. – risponde lei, cercando di non farsi notare mentre
compone il 911 sul cellulare.
-Ottimo. – replica
Komodo, afferrando il cellulare e riducendolo briciole senza sforzo.
-Andiamo in un
luogo più privato. Dobbiamo parlare di come l’Uomo Ragno sta vendendo la
formula per la ragnatela del dottor Parker. – conclude la ragazza-rettile.
La Gatta Nera
riprende i sensi solo per vedere Komodo uscire dall’appartamento portando con
sé Betty. Vorrebbe inseguirla, ma con il colpo che ha preso le ci vorrà un bel
po’ per rimettersi in piedi. Il meglio che riesce a fare è prendere il
cellulare e comporre un numero che sa a memoria.
-Ragno? Abbiamo un
problema.
CONTINUA
!
NOTE
[1]
Nick Dillman è un giornalista del Daily Bugle apparso su Daredevil 71
[2]
Ovviamente Ben Reilly alias il Ragno Rosso
[3]
Ovviamente Felicia Hardy alias la Gatta Nera